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30 luglio 2015

Billy ed il Clonesauro 5 - Il Trailer in Anteprima Mondiale!

Latito un poco dal blog. In questi giorni sono molto impegnato con le mie ricerche (progetti incredibilmente spettacolari) di cui spero prossimamente di poter parlare anche solo marginalmente. Sicuramente in Agosto potrò condividere con voi un primo risultato di questi lavori, ma per gli altri si dovrà attendere più tempo.
Nel frattempo, circola la notizia che nel 2018 ci sarà un quinto episodio della saga di Billy ed il Clonesauro (o sarà più corretto dire "un secondo episodio della saga di Billy World"?). Pertanto, per tutti quelli che amano leggere questo blog solamente nelle occasioni più frivole legate al Franchise ormai prossimo al Venticinquennale, ci saranno sicuramente motivi per lasciare divertenti commenti.
I realizzatori di Billy World hanno capito che per fare una montagna di soldi occorre puntare sopratutto sue due fattori: la Nostalgia del Primo Film e l'Autoreferenza dei Fanboy. Pertanto, alla luce di questi fattori, il Quinto Episodio sarà sicuramente un Reboot ed al tempo stesso Remake e Sequel del Primo Film Originario, al quale saranno tolti gli elementi inutili e superflui (ovvero, i dinosauri) per includere invece i due fattori che ho citato prima.
Grazie ai miei loschi giri nel mondo della paleontologia e della paleoarte, ho potuto vedere in anteprima mondiale il primissimo trailer del prossimo film. Grazie al beneplacito dei miei potenti amici oltreoceano, vi presento, in esclusiva, il Trailer del Quinto Episodio. Memori del colossale errore di Billy World, questo trailer spoilera pochissimo, ma invoglia una cifra ad andare al cinema:

23 luglio 2015

Quale sarebbe oggi l'intelligenza dei dinosauri se non si fossero estinti?

Il "Dinosauroide" di Russell è la più famosa risposta alla domanda su quale potrebbe essere oggi la capacità intellettiva dei dinosauri se non si fossero estinti alla fine del Mesozoico.
Il Dinosauroide di Russell, tuttavia, è una risposta sbagliata ad una domanda formulata male. I dinosauri, infatti, non si sono estinti alla fine del Mesozoico, dato che oggi esistono diecimila specie di dinosauri theropodi paraviani, ovvero, proprio il gruppo di dinosauri a cui è riferito l'ipotetico dinosauroide russelliano, discendente da paraviani cretacici. Pertanto, noi possiamo direttamente osservare nel mondo attuale degli animali viventi che ci mostrano effettivamente quale sia oggi la capacità intellettiva raggiunta dai dinosauri. Non abbiamo quindi bisogno di ipotizzare stravaganti prodotti evolutivi frutto della nostra fantasia, più o meno plasmati sulle nostre aspettative antropocentriche.
E questo video vi mostra effettivamente a quale livello di prestazioni sia giunto oggi il cervello dei dinosauri in 230 milioni di anni di evoluzione.

19 luglio 2015

Zhenyuanlong: un (parente stretto di) Tianyuraptor? [Aggiornamento del 20 Luglio 2015]

Lü e Brusatte (2015) descrivono un esemplare quasi completo ed articolato di Dromaeosauridae dalla Formazione Yixian ed istituiscono Zhenyuanlong suni. L'esemplare è molto interessante, per almeno tre motivi.
Il primo e più evidente è la squisita preservazione del piumaggio. Se si esclude la parte distale degli arti posteriori, sulla cui preservazione persiste del dubbio, il resto dello scheletro mostra in dettaglio il piumaggio, in particolare le lunghe remiganti e le timoniere. Dispiace che la ricostruzione ufficiale di questo theropode sia errata nella rappresentazione del piumaggio nonostante che l'esemplare mostri chiaramente la presenza di remiganti primarie (non illustrate nella ricostruzione, che perpetua il solito stereotipo delle ali maniraptoriane composte prettamente da remiganti secondarie e mani “libere”).
Il secondo è dato dalle dimensioni dell'animale. Con una lunghezza dello scheletro preservato di 127 cm, ed una lunghezza totale stimata attorno a 165 cm, esso è, dopo l'olotipo di Tianyuraptor, il più grande dromaeosauride dalla Formazione Yixian. L'esemplare è subadulto, come risulta dal grado di ossificazione e dalle dimensioni relativamente grandi della testa, quindi è plausibile che la dimensione adulta fosse maggiore (quanto? Difficile dirlo). Dato che la maggioranza dei dromaeosauridi dalla Formazione Yixian è di “grado-Microraptor”, lunghi non più di 110-120 cm, abbiamo quindi almeno due “taglie” in questa formazione.
Il terzo è di natura filogenetica e tassonomica. Oltre ad essere comparabile in dimensioni, Zhenyuanlong è anche molto simile morfologicamente a Tianyuraptor. In particolare, questi due dromaeosauridi hanno il rapporto “arto anteriore vs arto posteriore” più basso non soltanto tra i dromaeosauridi della Formazione Yixian, ma anche nell'intero gruppo dei “Eudromaeosauria + Microraptoria” (clade al quale sicuramente appartengono date le numerose sinapomorfie, prima tra tutte la presenza della podoteca). Quale è il significato della somiglianza tra questi due dromaeosauridi? La mia prima impressione leggendo la descrizione di Zhenyuanlong è che fosse un parente molto prossimo, se non proprio un sinonimo di Tianyuraptor.
L'esperienza mi insegna a non lasciare correre troppo le impressioni apparenti, e di confidare nelle analisi filogenetiche come fondamento di qualsiasi affermazione tassonomica, per la semplice ragione che noi tendiamo a “fissarci” su una manciata di “caratteri chiave” e a farne il nostro metro di misura tassonomica, mentre una analisi filogenetica è in grado di soppesare simultaneamente centinania di caratteri, anzi, nel caso di Megamatrice, oltre 1700 caratteri.
E cosa conclude l'analisi di Megamatrice? [Leggere l'aggiornamento in fondo]
Che Zhenyuanlong è valido ed è distinto da Tianyuraptor. Non solo, ma stando al risultato preliminare dell'analisi, pare che questo nuovo dromaeosauride non sia nemmeno parte del clade comprendente gli altri dromaeosauridi dalla Formazione Yixian (Microraptoria/Microraptorinae), ma che sia piuttosto un membro di Eudromaeosauria. Ciò non dovrebbe scandalizzarci, dato che eudromaeosauri pressapoco coevi alla Formazione Yixian sono noti in Nordamerica (inutile che vi menzioni un certo Deinonychus). In effetti, alcuni caratteri di Zhenyuanlong sono più simili agli eudromaeosauri che ai microraptorini, quindi non è del tutto implausibile che esso sia parte del primo clade piuttosto che del secondo.
Eppure, il dubbio mi rimane, perché le curiose affinità spazio-temporali e morfologiche mi spingono a pensare che Zhenyuanlong sia imparentato più strettamente con Tianyuraptor: é possibile che l'attuale versione di Megamatrice non campioni a sufficienza nella morfologia dei “microraptori” per testare pienamente questa ipotesi. Mi attende del lavoro di sondaggio nella morfologia di questi dromaeosauridi.
[Aggiornamento del 20 Luglio 2015: effettivamente, correggendo alcune codifiche di Tianyuraptor ed aggiornando la definizione di alcuni caratteri per meglio rispecchiare la variabilità nei dromaeosauridi, Tianyuraptor e Zhenyanlong formano un clade più affine agli eudromaeosauri che ai microraptori. Difatti, è sempre buona regola quando si include un taxon nuovo in un dataset di non limitarsi a inserirlo senza modificare la lista dei caratteri, ma è sempre bene anche aggiornare le codifiche dei caratteri per rendere conto delle nuove informazioni aggiunte con nuovo entrato]

Bibliografia:

Lü, J. and Brusatte, S. L. A large, short-armed, winged dromaeosaurid (Dinosauria: Theropoda) from the Early Cretaceous of China and its implications for feather evolution. Scientific Reports 5, 11775; doi: 10.1038/srep11775 (2015).

17 luglio 2015

Gli ultimi metriorhynchidi erano italiani!


Eccellente ricostruzione di un metriorhynchide plesiosuchino (copyright Fabio Manucci)

Un paio di anni fa, ricevetti un'email dall'amico Alessandro Chiarenza, del quale fui anche co-relatore di tesi lo scorso anno. Alessandro mi chiese un'opinione su un dente fossile rinvenuto in una cava di rocce di età mesozoica in Sicilia. Il dente presentava un mix di caratteristiche interessante, tra cui la presenza di carene denticolate. Dato che la denticolatura della carena é un carattere presente in pochi gruppi fossili, tra cui i theropodi, e considerando che i fossili mesozoici siciliani sono veramente pochi, l'esemplare meritava uno studio. Ed è con piacere che annuncio che questo studio é stato pubblicato oggi (Chiarenza et al. 2015)!
Il team di ricerca comprende, oltre ad Alessandro, Gianni Insacco del Museo Civico di Comiso (dove il dente é conservato), Davide Foffa e Mark Young (Università di Edimburgo), Giorgio Carnevale (Università di Torino), Rita Catanzariti (CNR) ed Andrea Cau (Università di Bologna). Il team eterogeneo aveva lo scopo di stabilire l'età del fossile e la sua identità tassonomica.

L'età del fossile é stata ottenuta analizzando i microfossili presenti nella matrice rocciosa che in parte ingloba il fossile: questi hanno permesso di restringere l'età all'Aptiano, circa 125-120 milioni di anni fa.
L'attribuzione tassonomica ha richiesto una comparazione con tutti i possibili candidati: trattandosi di un dente con denticoli proveniente da sedimento marino, i possibili candidati erano alcuni gruppi di pesci ed alcuni gruppi di rettili. Il mix di caratteri nel dente (compressione della corona, presenza di carene denticolate, presenza di creste accessorie alla base dello smalto) ha premesso di ridurre ad un solo gruppo la attribuzione del fossile: i crocodylomorfi metriorhynchidi geosaurini. Ovvero, questo dente appartiene allo stesso gruppo di Neptunidraco! Con una sostanziale differenza: Neptunidraco è attualmente il metriorhynchide più antico al mondo, mentre questo dente, più giovane di 40 milioni di anni rispetto a Neptunidraco, appartiene al più recente membro della medesima famiglia! E quindi, risulta che l'Italia é la patria del più antico e del più recente metriorhynchide, cosa che fa sospettare che la Tetide sia probabilmente il luogo dove questi rettili hanno proliferato più a lungo, nonostante che il loro record fossile noto sia più ricco in Nord Europa e Sud America.
La speranza é che prossimamente la Sicilia ci restituisca anche resti scheletrici di questi spettacolari coccodrilli-delfino.

Ringrazio Alessandro per avermi ingaggiato per questa ricerca, nella quale ho svolto più un ruolo di supervisore che di vero e proprio autore (ho scritto il paragrafo in cui spieghiamo perché il fossile non sia un theropode).

Bibliografia:
Chiarenza A.A., Foffa D., Young M.T., Insacco G., Cau A., Carnevale G., Catanzariti R. 2015 - The youngest record of metriorhynchid crocodylomorphs, with implications for the extinction of Thalattosuchia. Cretaceous Research 56: 608-616.

16 luglio 2015

Kem Kem: dai fiumi del Cretaceo al Sahara di oggi

Vi segnalo questo evento legato alla Mostra su Spinosaurus attualmente presente a Milano.

15 luglio 2015

David Raup (1933-2015)

Ho appreso la notizia della morte di David Raup, paleontologo statunitense molto noto nel nostro campo per i suoi studi sulle estinzioni. Se almeno una volta avete letto che l'estinzione della fine del Permiano produsse la scomparsa del 96% delle specie, o avete sentito parlare della "ipotesi Nemesi" legata alla periodicità delle estinzioni di massa, sono alcuni dei contributi di Raup. Tuttavia, il suo ruolo più significativo sta nell'essere stato uno degli innovatori della Paleontologia, a cavallo degli anni '60 e '70, introducendo una mentalità analitica, predittiva, matematica e modellistica. Chi si interessa solamente di dinosauri tende a considerare quel periodo un "Rinascimento" concettuale legato a Ostrom e Bakker, tuttavia la vera rivoluzione paleontologica si deve, a livello generale e non ristretto ai dinosauri, agli studi di Raup ed altri, che introdussero un approccio analitico e strumenti di indagine statistica in una disciplina fino a quel momento prevalentemente descrittiva (e per questo in parte bistrattata da colleghi di scienze più "dure"). Approcci ormai consolidati (perlomeno fuori dall'Italia) furono proprio introdotti dalla generazione di Raup per indagare processi e pattern nel tempo geologico. Domande come la periodicità delle estinzioni di massa, la presenza di tendenze e trend non necessariamente di natura biologica, il bisogno di discriminare processi di natura meramente casuale da cause attive, una richiesta di maggiore rigore nella formulazione di scenari, la necessità di avere campionamenti numericamente robusti (ed il modo per stabilire sa i nostri campioni sono tali), oltre all'introduzione di strumenti matematici fino ad allora assenti in paleontologia, sono tra i lasciti più importanti di questo studioso. 
Una parte importante del mio modo di vedere la paleontologia, come scienza di analisi dei fossili prima ancora che studio della vita passata, si deve ad un libro di Raup, l'edizione italiana del suo "Extinction: Bad Genes or Bad Luck?" del 1991. Lo lessi la prima volta a 20 anni e da allora lo rileggo regolarmente. In particolare, un concetto chiave di quel libro e che da allora non ha mai abbandonato la mia impostazione critica, é l'idea che il mero caso possa incidere significativamente sulla nostra percezione dei fenomeni, sopratutto in ambiti come la paleontologia dove il campione ridotto dei dati subisce in modo importante gli effetti del puro errore di campionamento. Tradotto in parole più semplici: il semplice fatto che noi osserviamo una regolarità nel nostro campione di osservazioni non é di per sè una prova che tale regolarità esista effettivamente. Ovvero, il concetto che occorra sempre essere consapevoli che lo scenario che proponiamo per spiegare un fenomeno potrebbe essere viziato da fattori casuali che il nostro occhio e la nostra mente invece percepiscono erroneamente come frutto di una causa reale. Il mero fatto che un fenomeno sia "evidente" non significa che sia reale. Ad esempio, il fatto che tutti i dinosauri mesozoici di grandi dimensioni siano scomparsi alla fine del Cretacico non é una prova che le grandi dimensioni corporee siano un fattore che abbia portato alla estinzione di queste forme.

La necessità di vagliare sempre la robustezza statistica degli scenari che estraiamo dai dati, per assicurarci che non siano indistinguibili dal mero caso, deve sempre essere una delle regole d'oro di ogni paleontologo.

12 luglio 2015

I tempi sono maturi per una Società della Paleoarte [Is it Time for a Paleoart Society]?

Due delle più iconiche scene di Jurassic Park sono iconiche proprio perché direttamente ispirate da icone paleo-artistiche. Entrambe opere di John Gurche, realizzate qualche anno prima del famoso film, la famosa scena del branco di brachiosauri con la spettacolare prospettiva rasoterra e l'altrettanto nota scena di caccia dei Deinonychus contro l'iguanodonte sono riprese in modo molto fedele in due scene di Jurassic Park.
La prima, difatti, è riproposta nella luce, l'inquadratura, il punto di vista, la forma dell'animale e texture della pelle dell'immortale entrata in scena del Brachiosaurus. Il colore dell'animale è il medesimo, così come il gioco di luce e ombre nelle pieghe della pelle.

La seconda, forse più sottile da cogliere dato che sostituisce l'ornithopode con il theropode, è la parte iniziale dello scontro tra il Tyrannosaurus ed il "raptor" che riprende, nell'inquadratura, punto di vista, posizione dell'attaccato e direzione del moto dell'attaccante, il quadro di Gurche. In altri fotogrammi della scena, che non ho trovato ad una risoluzione decente, il tyrannosauro assume proprio la postura dell'iguanodonte nel quadro.

Si potrebbero spendere molte parole per deprecare l'assenza di questa felice sinergia tra cinema e paleoarte d'avanguardia nelle più recenti emanazioni cinematografiche, ma non ho voglia di ricevere i soliti commenti scontati dai soliti quattro farisei trollanti. Piuttosto, il tema che mi ha spinto a scrivere questo post è più ardito ed audace, propositivo e proiettato in avanti. 
Gli esempi che ho portato sopra mostrano un rapporto attivo della paleoarte nei confronti della cultura di massa. Tale paleoarte, a sua volta, era strettamente legata all'avanguardia scientifica di quel periodo. Nel decennio successivo, si è assistito un processo inverso: la cultura di massa ha prodotto un canone paleoartistico che si è massicciamente imposto sulla produzione paleoartistica. Chi è stato ragazzo negli anni '90 ed ha collezionato libri sui dinosauri (per chi fosse troppo giovane: tempo fa, è esistito un mondo dove le immagini dei dinosauri non si scaricavano direttamente da Internet) ricorderà che la maggioranza della produzione paleoartistica nei libri prodotti subito dopo il 1993 era fondamentalmente ispirata (nel bene e nel male) dalle ricostruzioni presenti in Jurassic Park, e che tale canone ha imperversato almeno per un quindicennio, pur conservando oggi una forte fetta della produzione iconografica di livello medio-basso.
Oggi, un processo analogo a quello che portò i quadri di Gurche nel grande schermo è forse improbabile. Non esiste più una "avanguardia" paleoartistica che abbia un legame privilegiato col cinema, dato che migliaia di potenziali paleoartisti scaricano giornalmente le proprie produzioni online, rendendo superfluo il ricorso a pochi artisti specializzati. Quindi, a meno che il realizzatore di film non sia egli stesso un profondo conoscitore di paleoarte, e quindi abbia una consapevolezza critica di quali opere usare e di come utilizzarle, ci troviamo ora nella situazione in cui il profano (sia regista che spettatore) è impossibilitato a scremare il prodotto d'avangiardia nella Galassia della paleoarte accessibile gratuitamente su Internet. Tra noi appassionati di paleoarte e paleontologia, è facile distinguere l'eccellenza dalla grossolanità manierista (spesso zeppa di errori scientifici), ma noi appassionati siamo una minoranza. Il grosso di coloro che anche solo occasionalmente fruiscono di paleoarte manca di strumenti critici per selezionare il bello dal banale.
Prima che i sostenitori della libertà di paleoarte insorgano fraintendendo il post (specialmente se letto dalla traduzione di Google Roughlator), non sto qui chiedendo una limitazione di produzione e condivisione di opere. La libertà di espressione artistica è sacra. Ma io qui chiedo altro, non di limitare la quantità, ma di distinguere la qualità. 
Qui io chiedo qualcosa forse troppo ardito: la creazione di una Accademia Paleoartistica Online, una sorta di "ISPA": International Society of PaleoArt, insomma, una qualche istituzione ufficiale dei paleoartisti, che certifichi al suo interno la paleoarte di qualità dalla innumerevole "produzione naive". Se, come molti riconoscono, esiste una rete consolidata di paleoartisti, alcuni dei quali di notevole pregio e valore, apprezzati anche e sopratutto dai paleontologi, e che spesso sono richiesti proprio dai paleontologi per illustrare le proprie scoperte, perché non creare un qualche ente, anche solo virtuale, che certifichi le Eccellenze e le renda parte di un tessuto organico?

Io ho lanciato la proposta.

06 luglio 2015

Dedica ai dinomaniaci

Dedico questo video a tutti quelli che commentano in questo blog solo per insultare, a quelli che non capiscono niente dei post (se mai li leggono) e a quelli non hanno la minima idea di cosa ispiri l'autore del blog.
Con la speranza che non disturbino, inutilmente, mai più.

L'inevitabile paradosso del chiamare in modo fissista forme che evolvono

Un problema ricorrente nelle analisi filogenetiche degli stem-aviani, e particolarmente sensibile nell'intorno del crown group, é di natura terminologica. Il problema é stato discusso da Harris (2004) e Wilson (2006), ed é figlio della natura intrinsecamente fissista e pre-evoluzionista della zoologia linneana.
La zoologia nasce come disciplina fissista, pertanto, pur riconoscendo una unità di base, mantiene implicitamente i cladi principali come distinti e separati. Ad esempio, l'ornitologia e l'erpetologia possono essere seguite indipendentemente una dall'altra, ignorandosi a vicenda. Perlomeno, fintanto che si studiano solo i viventi, e bendandosi gli occhi di fronte alle unità biologiche dei tetrapodi. Ad esempio, si potrebbe persino creare una nomenclatura anatomica valida solo per gli uccelli ed una valida solo per i "rettili e anfibi". E difatti le cose sono andate in quella direzione.  Gli uccelli sono descritti tramite una terminologia propria, differente da quelle usate per altri tetrapodi, nonostante che (a parte caratteristiche esclusive di Aves) l'anatomia aviana sia solo una variazione sul medesimo bauplane tetrapode, amniota e rettiliano. Ad esempio, abbiamo elementi anatomici del medesimo osso, omologo tra uccelli e (altri) rettili, che sono chiamati in modi differenti a seconda del clade che stiamo descrivendo. Per esempio, il margine anteriore del metacarpale alulare di un uccello é la stessa cosa del margine mediale del primo metacarpale rettiliano. Chi non é al corrente di queste divergenze nomenclaturali potrebbe pensare che i due termini descrivano elementi differenti dello scheletro. E se la questione pare puramente linguistica, simile al chiamare lo stesso oggetto in diverse lingue, aiutati da un traduttore, la faccenda diventa pericolosa ed insidiosa in paleontologia.
Infatti, dato che non esiste soluzione di continuità tra "rettili" e uccelli, se percorriamo la serie filogenetica in direzione di Aves, passiamo da animali descritti con la nomenclature rettiliana ad animali descritti con quella aviana. Lungo quella serie, ad un certo punto smetteremmo di usare la prima nomenclatura per passare alla seconda. Ma tale punto, ammettendo per ora che abbia senso porlo, dove sta? Se tutti concordiamo che Deinonychus abbia il margine mediale del primo metacarpale, e Gallus abbia il margine anteriore del metacarpale alulare, non tutti sono concordi su come chiamiare la medesima parte anatomica in taxa come Aurornis, Anchiornis, Archaopteryx, Jeholornis e Confuciusornis.
La confusione regna, e qualunque soluzione proposta é comunque un compromesso, spesso fonte di ulteriore ambiguità.
Il divisionismo figlio del fissismo, uscito dalla porta della teoria, rientra dalla finestra della terminologia.

Bibliografia:
Harris, J. D. 2004. Confusing dinosaurs with mammals: tetrapod phylogenetics and anatomical terminology in the world of homology. The Anatomical Record 281A:1240–1246.

05 luglio 2015

A Cladistic and Disparity Analysis of the Jurassic Park Franchise

Dei film di Jurassic Park si è detto molto. Molti di coloro che detestano l'idea che questi film siano un pretesto per parlare di scienza si ripiegano nel mantra acefalo del “è solo un film”. All'estremo opposto, quelli che credono che solo i laureati in scienza della cinematografia con dottorato di ricerca in semiotica spielberghiana possano nominare il nome di Billy, ritengono che nessuno possa proferire favella in merito al gusto personale di un film, per la semplice ragione che non è possibile parlare di un film che è oggettivamente un capolavoro mondiale ed eterno.
Io me ne frego altamente di queste sciocche opinioni dinomaniacali e vi propongo un gioco.
Esiste un modo per stabilire quali siano i requisiti per essere un film del Jurassic Park Franchise? Tassonomicamente, è membro del franchise qualsiasi prodotto cinematografico bollato “Jurassic Park (c)”. Ma sul piano analitico, noi non dovremmo limitarci al semplice nome. Esattamente come il non essere parte del Franchise Originario di Dinosauria (1842) non esclude gli uccelli di essere filogeneticamente e morfologicamente dei Dinosauria, così proviamo ad analizzare i film in base alle loro caratteristiche intrinsece (elementi oggettivi presenti al loro interno) invece di argomentare in base a mere supercazzole da fanboy.
Ho stilato una lista di 28 caratteri che sono distribuiti nei quattro film. Ho analizzato la distribuzione di questi caratteri e costruito da quella una matrice. Ho incluso due film precedenti, simili a Jurassic Park ma non inclusi nel franchise (King Kong e Un Milione di Anni Fa), per avere dei gruppi esterni. Ho poi incluso un'opera teatrale molto più antica (L'Amleto), che funge da radice molto remota dell'analisi e serve a impostare la polarità dei caratteri.
L'analisi dei caratteri imponendoli tutti con ugual peso non da alcun risultato robusto: ovvero, non è possibile separare i film del franchise dagli altri film. In poche parole, se non discriminiamo tra i caratteri analizzati, il Franchise non ha delle caratteristiche proprie che in modo non-ambiguo lo distinguano da altri film precedenti. Ovvero, il Franchise è tale a posteriori, non a priori.
Ho poi svolto una seconda analisi, questa volta chiedendo al programma di abbassare il peso di quei caratteri che hanno una maggiore omoplasia nell'insieme dei film analizzati. Il risultato di questa seconda analisi è molto interessante, in quanto produce nelle sue varie iterazioni sempre la medesima topologia.
Questa:



L'analisi identifica un clade Jurassicparkia, definito come clade meno inclusivo comprendente i quattro film del franchise, e diagnosticato da un solo carattere: presenza di Velociraptor nel film. Questa è la sinapomorfia unica del franchise.
Inoltre, l'analisi identifica due sottocladi di Jurassicparkia:
Il primo è formato da The Lost World e Jurassic World, ed è battezzato Worldia, diagnosticato da due caratteri (presenza di giovani dinosauri nel film, e compresenza di motociclette e dinosauri nella stessa scena).
Il secondo è formato da Jurassic Park e Jurassic Park 3, ed è battezzato Euparkia, diagnosticato da ben sei caratteri (presenza di Alan Grant nel film, presenza di Ellie Sattler nel film, assenza di diplodocoidi nel film, presenza di Brachiosaurus nel film, assenza di scene di panico di massa nel film, presenza di letame di dinosauro nel film).
Jurassic World ha tre caratteri convergenti con Jurassic Park, la metà di quelli presenti in The Lost World, che condivide col primo film ben sei convergenze.

Inoltre, ho analizzato la disparità tra questi film per vedere se Jurassicparkia occupi una regione del morfospazio distinta dai film non del franchise, e se al suo interno i quattro film abbiano qualche disposizione caratteristica.
L'analisi delle componenti principali suggerisce che il Franchise abbia una sua collocazione nel morfospazio distinta dagli altri film. Inoltre, Jurassic World risulta il film del franchise più lontano come caratteristiche dal primo film.



Queste analisi dimostrano senza dubbio che chi ritenga Jurassic World più fedele, aderente, simile e corrispondente al film originario rispetto agli altri seguiti lo dice senza alcun fondamento empirico.

Informazioni supplementari: