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12 maggio 2012

Superpredatori macrofagi nei mari Giurassici, ed una mano da Bologna...

Dettaglio della dentatura dell'olotipo di Orcinus citonensis conservato al Capellini di Bologna. In alto, figura 6A da Young et al. (in stampa). In basso, la foto originale completa da cui la figura in alto è stata tratta. Autore della foto e proprietario della mano in basso è Federico Fanti.
Alcuni mesi fa, ricevetti un'email da Mark Young, dell'Università di Edinburgo. Mark è probabilmente il maggiore esperto di thalattosuchi (in particolare, Metriorhynchidi, come Neptunidraco) esistente. Nella sua email, Mark mi chiedeva se potevo aiutarlo realizzando alcune fotografie di un esemplare di cetaceo fossile conservato al Museo Capellini di Bologna, l'olotipo di Orcinus citonensis presente nella collezione del museo, dove è presente anche metà dell'olotipo di Neptunidraco (per scoprire il perché di solo una metà, se non lo sapete, cercate tra questi post). Alcuni giorni dopo, mi recai al Capellini, dove lì, grazie al sempre solerte Federico Fanti, fu realizzata una serie di foto dell'esemplare, in particolare di un dettaglio del fossile, che interessava in particolare Mark.
A cosa possono servire le foto di un'orca fossile? Per capire altri fossili.
In questi giorni, esce lo studio nel quale è inclusa una delle foto realizzate da Federico sull'Orcinus bolognese, Young et al. (in stampa). In questo studio, gli autori descrivono una serie di usure frequenti nei denti del metriorhychide geosaurino Dakosaurus, la forma più aberrante di metriorynchide, dotato di un corto cranio più simile ad un grande theropode che ad un coccodrillo. 
Young et al. (in stampa), anche servendosi di esempi analoghi nei cetacei attuali e fossili, dimostrano che queste usure sono il prodotto dell'azione dei denti durante la masticazione: le usure furono prodotte dall'attrito da denti superiori e inferiori che scorrevano uno contro l'altro, o dall'impatto con substrati duri, come carne e ossa delle prede. Questi dati, quindi, dimostrano che i Geosaurinae più derivati (non le forme basali come Neptunidraco) erano dei macrofagi, predatori di altri animali relativamente voluminosi, i quali dovevano essere "affettati" in varie parti minori prima di essere ingeriti (mentre normalmente, un rettile carnivoro non si nutre di prede così voluminose da includere grosse ossa da spezzare, né che richiedono un intenso processo masticatorio prima di essere ingoiate). Oltre che nelle orche, un'usura dentaria ed un meccanismo analogo si riscontrano nei tyrannosauridi.

Bibliografia:
Young, M. T., Brusatte, S. L., Beatty, B. L., De Andrade, M. B. and Desojo, J. B. (2012) Tooth-On-Tooth Interlocking Occlusion Suggests Macrophagy in the Mesozoic Marine Crocodylomorph Dakosaurus. Anatomical Record (advance online publication) doi: 10.1002/ar.22491

2 commenti:

  1. Mark Young12/5/12 22:49

    Many thanks again for the photographs Andrea (and Federico)! Helped to demonstrate that our feeding hypothesis for Dakosaurus was convergent with some living (and fossil) odontocetes.
    I'm constantly struck by how diverse metriorhynchids were the more they are studied.

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  2. Happy to be helpful, Mark!

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